Una riforma per l’Imu, uno stop all’Iva

Si punta a ridurre le tasse senza indebitamento – L’alt all’aliquota del 22% costa 2 miliardi

Il Sole 24 Ore
30 April 2013
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Una moratoria sull’Imu con la sospensione dell’acconto di giugno sull’abitazione principale. La «rinuncia all’inasprimento dell’Iva». La riduzione delle tasse sul lavoro e «in particolare per quello stabile e quello per i giovani neo-assunti». E, in un più ampio intervento di rivisitazione della fiscalità sulla casa, un primo posto va riservato agli incentivi per «ristrutturazioni ecologiche», affitti e mutui per le giovani coppie. La lotta all’evasione, inoltre, va coniugata con un fisco amico e in questo senso andrà rivisto il ruolo di Equitalia. Due righe, infine, anche sul rilancio del federalismo, rivedendo il rapporto fiscale tra centro e periferia. 
Sono queste le linee guida del programma di Governo in materia fiscale su cui il premier Enrico Letta ha chiesto ieri la fiducia alle Camere. Un programma ad ampio raggio, soprattutto in termini di risorse da recuperare per attuare sia gli interventi «necessari nel breve termine», sia quelli più strettamente legati a una strategia complessa per la crescita «che eviti dispersione a pioggia delle poche risorse e che possa innescare meccanismi virtuosi».
Tra i capitoli su cui il Governo vorrà intervenire Letta indica come obiettivo «continuo e a tutto campo» la riduzione della pressione fiscale «senza ricorrere all’indebitamento». Un passaggio obbligato anche alla luce degli ultimi dati della Commissione Ue che confermano come il prelievo fiscale su imprese e cittadini, già nel 2011, fosse ben al di sopra della media Ue (si veda la tabella). Sul destino dell’Imu, dunque, il nuovo Governo prende tempo (si veda articolo sotto). Per superare l’attuale sistema di tassazione della prima casa, Letta annuncia alle Camere «lo stop ai pagamenti di giugno per dare il tempo a Governo e Parlamento di elaborare insieme e applicare rapidamente una riforma complessiva». Un tempo congruo che riduca le distanze tra le diverse posizioni: abolizione dell’Imu sull’abitazione principale e restituzione di quanto versato nel 2012 (Pdl); rimodulazione dell’imposta municipale con un innalzamento delle detrazioni per l’abitazione principale (se alevata a 500 euro verrebbe esentato i 90% dei contribuenti) e per carichi familiari (Pd). Non solo. 
Il rinvio del dibattito sull’Imu prima casa consentirà al Governo di lavorare al nodo principale, le coperture: per abolizione e restituzione occorrerebbero 8 miliardi; per rimodularla come propone il Pd il costo si abbatte a meno di 2,5 miliardi. La moratoria sugli acconti Imu, in sostanza, consentirà al Governo di rinviare ogni possibile decisione sull’imposta municipale alla futura legge di stabilità. Occorre ricordare, infatti, che il solo spostamento di un versamento nell’arco dello stesso anno non obbliga l’Esecutivo a indicare subito le risorse necessarie per farvi fronte (l’Imu prima casa vale 4 miliardi l’anno), soprattutto se poi si vorrà intervenire – pur in assenza di un riferimento diretto nel discorso alle Camere – anche a una riduzione dell’Imu sui beni strumentali delle imprese. Il rinvio Imu dovrà comunque tener conto dello spostamento di cassa che questo produrrà sui bilanci dei Comuni che hanno chiesto subito un corrispettivo a titolo di compensazione per fare quadrare i bilanci.
Tra le misure a breve termine il premier ha annunciato anche la «rinuncia» all’aumento del l’Iva dal 21 al 22% previsto per il prossimo 1° luglio. Il gettito dell’imposta sul valore aggiunto nel primo bimestre 2013, d’altronde, mostra come i consumi siano già in forte sofferenza. L’operazione per il 2013 varrebbe poco più di 2 miliardi.
Altro intervento annunciato a stretto giro è la riduzione del cuneo fiscale con una riduzione delle tasse sul lavoro soprattutto per i lavoratori già assunti, per i giovani neo-assunti e per le donne (si veda pagina 8). Mentre gli incentivi sulla riqualificazione energetica degli edifici per sostenere l’edilizia lascerebbero pensare a una proroga (è finanziato fino al 30 giugno) se non a una stabilizzazione del bonus del 55 per cento. Incentivi che dovranno riguardare anche i mutui per le giovani coppie e gli affitti. In questo ultimo caso la scelta di introdurre incentivi sulle locazioni potrebbe far pensare anche a una rivisitazione della cedolare secca: nata per far emergere il nero e rivelatasi, almeno nella lotta al sommerso, un’arma spuntata.
Sulla lotta all’evasione l’obiettivo indicato dal Governo è quello di coniugarla «con un fisco amico dei cittadini, senza che la parola Equitalia provochi dei brividi». Anche in questo caso sul destino dell’agente pubblico della riscossione ci sono da colmare le distanze tra Pd e Pdl: quest’ultimo ne chiede la chiusura o un sostanziale ridimensionamento, mentre il Pd punta a una ridefinizione degli strumenti.

LE MISURE

IVA: STOP ALL’AUMENTO
Tra le misure a breve termine il premier ha annunciato anche la «rinuncia» all’aumento dell’Iva dal 21 al 22% previsto per il prossimo 1° luglio. L’operazione varrebbe poco più di 2 miliardi

RISTRUTTURAZIONI
Il riferimento agli incentivi sulla riqualificazione energetica degli edifici per lascerebbe pensare a una proroga (è finanziato fino al 30 giugno) se non a una stabilizzazione del 55%
4 miliardi

Sarebbe questo il costo dell’abolizione dell’Imu sulla prima casa

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