Tremonti invita a fare ricorso

La tassa contestata

Il Sole 24 Ore
9 January 2013
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Di chi è l’Imu? I due professori “indiziati” della paternità della tassa oggi più odiata dagli italiani fanno al contrario degli scolari di uno spot televisivo degli anni Novanta: invece di rivendicarla a sé, ognuno l’attribuisce all’altro. A un Mario Monti che si difende dicendo che il suo governo ne ha solo anticipata l’introduzione prevista per il 2014 da Giulio Tremonti, il ministro dell’Economia dell’esecutivo Berlusconi ribatte che lui non l’aveva pensata così com’è stata fatta entrare in vigore nel 2012 da Monti. E tanto si dissocia che invita i cittadini a farla portare addirittura davanti alla Consulta, per farne dichiarare l’incostituzionalità. In base a quali princìpi? In sostanza, Tremonti tira fuori considerazioni economiche che poi si fanno giuridiche. Parte dal fatto che Monti ha esteso l’Imu alla prima casa e ha introdotto un pesante moltiplicatore sulle rendite catastali. Un’operazione fatta nel momento sbagliato, cioè quando i valori degli immobili – schizzati in alto per anni – stavano diminuendo fino a rischiare il crollo, a causa della crisi. Con l’aggravante che il moltiplicatore agisce in maniera lineare (nell’eterna attesa della riforma del Catasto) e quindi ha colpito indistintamente ricchi e poveri. Sarebbero, quindi, stati violati i princìpi costituzionali di eguaglianza tra i cittadini e di capacità contributiva (ognuno deve pagare le tasse in base alla propria ricchezza). Non basta. Secondo l’ex-ministro, c’è ancora di peggio: dai ritocchi di Monti sarebbe nata un’Imu che molti non sarebbero in grado di pagare (chi poteva immaginarlo che Tremonti su questo avrebbe dato ragione al suo ex-collega Renato Brunetta). Quindi alcuni sarebbero costretti a vendersi la casa. Eppure la Costituzione tutela sia l’accesso all’acquisto dell’abitazione sia il risparmio, che serve a comprarla. Per tutto questo, Tremonti invita a chiedere al Comune il rimborso dell’Imu e attendere 90 giorni. Nel probabile caso di mancata risposta, si potrà ricorrere alla Commissione tributaria provinciale, citando i princìpi costituzionali che si ritengono violati e chiedendo l’intervento della Consulta.

Maurizio Caprino

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