L’applicazione della Tares, il nuovo prelievo su rifiuti e servizi che andrà a rimpiazzare la Tarsu, è stata rinviata a fine anno mentre sono pronti per essere sbloccati 7 miliardi di pagamenti alle imprese provenienti dai Comuni. Questi sono i dati principali emersi dall’incontro di ieri tra i rappresentanti del governo e quelli degli enti locali, che è stato poi replicato in serata quando è stato il turno delle imprese sul tema del decreto sullo sblocco dei pagamenti delle p.a. alle imprese, il cui esame è stato rinviato ai prossimi giorni.
In merito a questo argomento il ministro dell’economia Vittorio Grilli ha dichiarato che “non ci saranno aumenti di tasse. Non ci sarà alcun anticipo dell’aumento dell’addizionale Irpef nel decreto, né maggiorazione di altre imposte”. Il governo ha scelto di “lasciare in vigore gli attuali regimi, e di rinviare l’applicazione della Tares con la sovrattassa governativa all’ultima rata a fine anno”, ha affermato il presidente dell’Anci, Graziano Delrio, mentre si allontanava da Palazzo Chigi successivamente al meeting con il governo.
“E’ una buona notizia” ha poi aggiunto Delrio “perché c’era il rischio emergenza rifiuti ed emergenza liquidità, e il rischio di una stangata ulteriore su imrpese e cittadini“. Il pagamento della Tares comincerà dal prossimo mese di maggio, ma i 30 centesimi di maggiorazione al metro quadro imposti dalla nuova normativa saranno effettivi a partire da dicembre. Questo aumento andrà totalmente e direttamente allo Stato.
In base all’intesa da trasfondere nel decreto le scadenze per il pagamento dovrebbero essere individuate in maggio, settembre e dicembre. Le prime due rate saranno concernenti ancora la Tares – Tarsu, ossia un tributo fotocopia rispetto alla vecchia tassa rifiuti, mentre l’ultima vedrà la partenza della Tares vera e propria. Secondo quanto spiegato dal vicepresidente dell’Anci e sindaco di Pavia, Alessandro Cattaneo, per la terza ed ultima rata, quella dell’aumento dei 30 centesimi al metro quadro, “sarà studiato un modello di pagamento particolare e sarà chiarito che quei fondi finiranno allo stato”.
Sempre dall’incontro di ieri proviene la buona notizia dello sblocco di 7 miliardi a carico dei Comuni. “Siamo soddisfatti di questo perché i nostri soldi sono pronti e sono in cassa” ha dichiarato Delrio. ” I soldi sono già disponibili ma bloccati. Sono fondi per opere pubbliche che i comuni hanno fatto nel corso degli anni ma che, per una regola fatta per bloccare i pagamenti, sono rimasti nelle casse. Ora sono stati sbloccati e questo dovrebbe aiutare la nostra economia a riprendersi generando positività nel pil.”
“Parte di queste risorse – ha poi concluso Delrio – sarà utilizzata per cofinanziare i progetti europei. Tecnicamente, alcune parole (del decreto) andranno corrette, per garantire che questi pagamenti vengano effettuati il prima possibile: credo sia una vittoria di tutte le imprese, dei sindacati e dei lavoratori – e quanto al rinvio aggiunge – sono questioni tecniche, non ci sono problemi politici. La copertura Irpef riguarda i debiti sanitari, riguarda le regioni non i comuni”.
Fonte: Leggioggi.it
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