Vacanze finite per la squadra di Mario Monti. Stamattina si riunisce il primo consiglio dei Ministri dopo la pausa estiva, un lungo intervallo seguito al tour de force che ha portato all’approvazione di alcune importanti riforme sul fronte economico. Benché l’emergenza non sia finita,comunque, l’ottimismo ostentato dal capo del governo al meeting di Rimini qualche giorno fa si traduce subito nella stesura di un nuovo piano crescita per la seconda parte dell’anno.
Ogni ministro, infatti, sarà chiamato dal professor Monti a relazionare su proposte e ambiti in cui operare i prossimi tagli e aggiustamenti, di pari passo a idee di rinnovamento orientate allo sviluppo, con il solito obiettivo di curare alcuni mali ancora irrisolti del Paese. Ad esempio, il titolare della Funzione pubblica e della Semplificazione, Filippo Patroni Griffi, ha anticipato, qualche giorno fa, di voler sottoporre a Monti e agli altri ministri un pacchetto di misure anticorruzione, a favore dell’alleggerimento burocratico.
Ma gran parte delle attenzioni sul Consiglio di ministri in programma stamane sono certamente puntate in direzione di quella che viene già ribattezzata la “fase due” della spending review, ossia il nuovo programma di abbattimento della spesa pubblica e di contestuale ripristino delle condizioni di crescita, in un contesto di sfondo dove stanno già mettendo le radici gli interventi della prima revisione di spesa, che dovrebbero portare a un risparmio di 25 miliardi in tre anni.
Primo punto fermo, seguire la tabella di marcia del ministro dell’Economia Grilli, che ha elencato tappe precise per il rilancio del sistema Italia, redigendo un progetto di abbattimento del debito pari a un punto annuale di Prodotto interno lordo, basato su una convinta dismissione di buona parte degli immobili pubblici. Una nuova sforbiciata alle casse dello Stato, che, in ottica di ridimensionamento amminstrativo, finirà per mettere sotto esame anche i margini dei costi standard, altra stella polare della nuova spending review.
Nel cassetto, le misure promosse dagli altri membri del governo dovrebbero introdurre anche il nuovissimo decreto salva-giovani anticipato ieri dal ministro del Welfare Elsa Fornero, di pari passo ai primi ragionamenti su come abbassare la pressione fiscale ai contribuenti. Non fa eccezione anche il comparto giustizia, con il ministro Severino che, dopo il taglio netto alle sedi distaccate dei tribunali, ha già fatto sapere di avere in serbo per le prossime settimane un disegno di legge per le carceri italiane.
Va da sé che le misure orientate alla ripresa economica saranno in forte sintonia con le novità introdotte dal recente decreto sviluppo, convertito in legge un mese fa. L’ipotesi di un progetto per “l’Italia verde“, preannunciato dal ministro dell’Ambiente Clini, andrebbe a compendio del già ratificato Piano città, così come della spinta agli incentivi all’energia pulita, tutte materie su cui si concentrava il testo licenziato dalle Camere a fine luglio.
Tema a sorpresa che verrà affrontato nel dibattito di oggi è invece quello delle assunzioni nel mondo della scuola. Pare infatti scoccata l’ora di aprire una nuova procedura di entrata per aspiranti docenti, dirigenti, personale tecnico-amministrativo e direttori. Uno spiraglio atteso con trepidazione da migliaia di precari, che dovrebbe suddividersi in ben tre decreti legge, che potrebbero definire dopo lunga attesa il futuro di tanti giovani, desiderosi di prestare servizio nel settore dell’istruzione.
Infine, trattando del capitolo sulle Regioni, come confermato dal ministro dell’interno Anna Maria cancellieri, il gabinetto di governo affronterà il nodo dell’esenzione fiscale ai terremotati in Emilia-Romagna, per i quali l’Agenzia delle entrate ha chiesto un rientro nei normali parametri di riscossione a partire dal primo ottobre. Una proposta che ha attirato numerose critiche, sia dalle forze politiche che, soprattutto, dalla popolazione coinvolta, la quale potrebbe vedersi costretta a versare l’Imu pur avendo la propria casa ancora inagibile. Forse, oggi, si saprà qualcosa di più: il governo dovrebbe porre rimedio a quello che sarebbe un vero e proprio autogol agli occhi della pubblica opinione, almeno procrastinando lo stop ai contributi almeno fino a inizio 2013, come chiesto dal Presidente regionale Vasco Errani.
Fonte: Leggioggi.it
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