Nello specifico, l’Ifel segnala che l’applicazione informatica non prevede la possibilità di effettuare caricamenti massivi, ma richiede di inserire manualmente ogni singolo dato relativo a ciascun codice tributo in cui si articola un rimborso. Ciò significa che l’operatore comunale è costretto a inserire ripetutamente i dati anagrafici del soggetto interessato, (cognome, nome, data di nascita, luogo di nascita, codice fiscale) con un incredibile moltiplicazione di operazioni elementari, che appaiono facilmente gestibili da sistemi informatici centralizzati.
Ciò comporta un appesantimento delle procedure con particolare riferimento agli inserimenti di tutti i rimborsi già lavorati dai Comuni tra il 2012 e il 2015.
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