«Non è assolutamente un condono – specifica subito il direttore dell’Agenzia, Attilio Befera –. Al contrario, con la mediazione si cercherà una soluzione per evitare di arrivare al contenzioso». Le liti fino a 20mila euro sono una fetta consistente delle cause per le quali oggi amministrazione finanziaria e contribuenti finiscono nelle Commissioni tributarie provinciali e regionali: le liti potenzialmente definibili prima del contenzioso grazie al nuovo istituto, «senza impegnarsi in defatiganti contenziosi – ha sottolineato Befera -, sono più di 110mila, pari al 66% del contenzioso».
La mediazione consentirà dunque di ridurre il carico di lavoro, in particolare al Sud. Nelle Commissioni provinciali della Sicilia, su un totale di 27.300 ricorsi presentati nel 2011, ben 20.870 (il 76,4%) potrebbero essere chiusi con un accordo. In Umbria si raggiunge il 73,65, in Basilicata il 71,8%. Poco sotto il 70% si posizionano Campania e Calabria.
Poter evitare di arrivare in contenzioso per liti di importi minori, inoltre, potrebbe contribuire a ridurre le distanze tra l’Italia e gli altri Paesi europei. Come ha sottolineato Vincenzo Busa, direttore Affari legali e contenzioso delle Entrate, in Italia oggi vengono instaurate oltre 170.000 controversie l’anno contro gli atti dell’Agenzia. In Francia, ricorda ancora Busa, non si registrano più di 20.000 controversie. Non solo.
A spingere sulla necessità di introdurre questo istituto sono anche i dati 2011 sull’esito del contenzioso fiscale in Italia. «L’indice di vittoria per valore – ha sottolineato ancora Busa – ha raggiunto il 73,5% (nel 2010 era del 70,3%), il che significa che l’Agenzia vince 73,5 euro su 100 nelle grandi liti proprio mentre in termini di numerosità delle controversie vinte dalle Entrate la quota è rimasta al 61,4%».
Dal primo aprile, dunque, i contribuenti potranno evitare le liti fino a 20mila euro con una proposta di mediazione da presentare entro 60 giorni dalla notifica di avviso di accertamento. La procedura si dovrà concludere nel giro di tre mesi. In caso di chiusura positiva, verrà sottoscritto un accordo in base al quale, come detto, le sanzioni saranno ridotte al 40%. Per quanto riguarda l’oggetto della mediazione, è stato ricordato che gli accordi pre-contenzioso si potranno raggiungere sugli atti dell’Agenzia come ad esempio avvisi di accertamento, di liquidazione, provvedimenti che irrogano sanzioni, ruoli, rifiuti espressi o taciti della restituzione di tributi, sanzioni pecuniarie e interessi o altri accessori non dovuti, così come il no incassato dai contribuenti per l’accesso alle agevolazioni o la loro revoca, nonché i rigetti di domande di definizione agevolata di rapporti tributari. Sono invece esclusi tutti gli atti emessi da organi diversi dall’Agenzia, come ad esempio quelli di Equitalia (cartelle di pagamento, avvisi di mora, ipoteche o ganasce fiscali).
Sulla possibilità, poi, di allargare la mediazione anche a controversie di maggior valore, lo stesso direttore delle Entrate, ha specificato che la decisione è comunque del Parlamento e che l’amministrazione se ne potrà fare portavoce solo dopo aver valutato la reale efficacia dell’istituto e i risultati raggiunti.
A margine della presentazione della mediazione, Befera è tornato sulle affermazioni del Garante della privacy sui rischi che corrono gli italiani con gli strumenti messi in campo per dare la caccia agli evasori. A chi gli chiedeva di replicare, ha detto di non voler rispondere al Garante «che ha una sua logica. Abbiamo 120 miliardi di evasione e a fronte di questa emergenza servono provvedimenti di emergenza. Anche lo stesso Garante ha sostenuto la necessità in un momento di difficoltà del paese di andare avanti su questa strada con tutte le cautele e precauzioni necessarie».
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