L’Imu diventerà più «comunale»

Il Governo: cambieremo, non prima del 2013 – Forse graziato subito chi sbaglia

Il Sole 24 Ore
4 May 2012
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La regola aurea del «chi sbaglia paga» potrebbe non applicarsi in questo primo anno di Imu. A non chiudere del tutto la porta all’ipotesi di non applicare sanzioni per chi commette errori nel pagare l’Imu 2012, avanzata proprio su queste pagine, è stato il sottosegretario all’Economia che ieri ha incontrato la stampa. Vieri Ceriani ha precisato che l’ipotesi potrebbe essere valutata quando il Governo incontrerà i Comuni per fare il punto sul debutto dell’Imu e su eventuali correttivi. Magari in occasione di verifica del gettito e della possibilità con Dpcm di aumentare o ridurre il prelievo come prevede il decreto fiscale.
E non è la sola apertura dell’Economia. Sul tavolo ce ne potrebbe essere anche una per i sindaci. Secondo Ceriani, infatti, non sono escluse, «ma non prima dell’anno prossimo», modifiche all’Imu e soprattutto alla destinazione dell’Imu erariale. Si può ragionare su diverse opzioni, ha precisato Ceriani, ad esempio destinare la quota che oggi lo Stato incassa sull’Imu secondaria al Fondo sperimentale di riequilibrio con cui vengono finanziati circa 7 miliardi di trasferimenti agli enti locali: «Oggi quel fondo dovrà essere alimentato dall’Iva e da un’altra miriade di imposte. Riportare l’Imu erariale in quel fondo potrebbe anche voler dire riportare a normalità il sistema di finaziamento».
Altra ipotesi, anche questa frutto di un lungo dibattito svoltosi all’interno della Commissione bicamerale sul federalismo, potrebbe essere quella «di sdoppiare l’Imu creando però una nuova imposta prevedendo un’Imu comunale e un’Imu erariale ben distinta».
Sul peso che l’imposta avrà nelle tasche degli italiani, Vieri Ceriani si affida alle simulazioni del Dipartimento delle Finanze. E che a suo avviso dimostrano come «il gettito complessivo stimato è circa 3,4 miliardi di euro, sostanzialmente equivalente a quello dell’Ici sull’abitazione principale» (circa 3 miliardi). Dal punto di vista redistributivo, ha spiegato Ceriani, su 19,2 milioni di immobili, 14,6 milioni verseranno l’Imu e 4,6 milioni saranno esenti in virtù delle detrazioni. La media del prelievo è circa 235 euro per immobile. Su 24,3 milioni di proprietari di immobili, 17,5 milioni verseranno l’Imu (il 70%) e 6,8 milioni (30%) saranno esenti da imposizione. La media pro-capite è di circa 194 euro.
L’incontro di ieri è stato l’occasione anche per precisare la genesi dell’Imu e alcune letture «del tutto false» secondo Ceriani. A partire dall’esenzione Imu per le fondazioni bancarie. Questi soggetti, infatti, seguiranno le regole riviste e corrette con il Dl Liberalizzazioni sull’Ici della chiesa. In sostanza le fondazioni bancarie pagheranno come le onlus e le attività non comerciali. L’esenzione, come prevede il Dl Liberalizzazioni, sarà proporzionale all’utilizzo non commerciale dell’immobile. Sulla possibilità che saranno tassati anche i “ricoverati” o i soggetti emigrati, Ceriani ricorda che saranno i comuni a decidere la misura delle agevolazioni. La ragioneria, nel corso dell’esame del decreto fiscale, aveva sottolineato come lo Stato in questi casi non possa rinunciare alla propria riserva e che le eventuali agevolazioni dovranno essere a carico dei comuni per «evitare riduzioni di gettito non quantificate». Chiarito anche l’equivoco dell’Imu-bis: «non c’è nessuna nuova imposta o maggiorazione dell’Imu, si tratta – ha precisato Ceriani – dell’imposta di scopo vigente dal 2007 e applicata in Italia da non più di 20 comuni».
Sull’anticipazione dell’Imu, il sottosegretario ha voluto ricordare come il Governo con il Salva-Italia è arrivato a questa scelta e alla sua applicazione sulla prima casa. Con precisi distinguo. In primo luogo ha precisato che «l’Imu non è un’imposta nuova: è stata definita dal precedente Governo e quello attuale l’ha solo anticipata di due anni, estendendola sì alle prime case». E ha poi ricordato che il precedente Governo in uno degli ultimi consigli dei ministri aveva varato un correttivo al federalismo municipale con cui, in modo surrettizio, sarebbe stata reintrodotta la tassa sulla prima casa: l’imposta sui servizi, applicata a tutti gli immobili sulla base delle rendite catastali, sarebbe stata a carico dei conduttori. E «se il conduttore coincideva con il proprietario altro non voleva dire che far rientrare dalla finestra il prelievo sulla prima casa».
Il Governo Monti, invece, ha scelto di anticipare l’Imu e di eliminare l’anomalia tutta italiana dell’esenzione dal prelievo fiscale della prima casa. E un messaggio diretto Ceriani lo indirizza anche a chi oggi invoca la disobbedienza fiscale sull’Imu: sfogliando una copiosa rassegna stampa del 2008, il sottosegretario ha ricordato come l’ex leader della Lega, Umberto Bossi, invocava allora la reintroduzione dell’Imu così come sottolineava l’errore commesso dal Governo di cui faceva parte nell’eliminare l’Ici sulla prima casa.

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