La crisi del settore delle costruzioni è senza ritorno. E, dopo le denunce dell’associazione nazionale costruttori, l’Ance guidata da Paolo Buzzetti, che ha scritto al premier Monti per chiedere l’intervento del governo, ora, a prendere carta e penna sono i sindacati di categoria. I segretari generali di Feneal-Uil, Filca- Cisl e Fillea-Cgil, Antonio Correale, Domenico Pesenti e Walter Schiavella, hanno chiesto l’apertura del tavolo di crisi. Feneal, Filca e Fillea vogliono un incontro urgente con i ministri del welfare Elsa Fornero, e allo sviluppo economico e infrastrutture, Corrado Passera, e il premier Mario Monti. Al governo chiedono di imboccare la strada della svolta verde, quella che sta imboccando anche la comunità europea che sta studiando la messa a punto di un piano Marshall per l’edilizia tutto centrato sull’incentivazione e il finanziamento della riqualificazione energetica degli edifici urbani. Proposte concrete per dare impulso ad un settore che potrebbe essere trainante per la ripresa. La green economy, secondo i sindacati, è l’unica via possibile per rimettere in moto il motore dell’industria delle costruzioni dopo che ha registrato il calo del 7,8% della produzione a gennaio 2012 e del 10.9% su base annua, secondo i dati Istat. I sindacati propongono il rilancio dell’edilizia attraverso politiche di innovazione nella direzione della green economy, e chiedono al governo un piano straordinario per il Mezzogiorno e la destinazione di una quota maggiore di Imu ai comuni per un allentamento selettivo del Patto di stabilità da destinare alla difesa e alla manutenzione ordinaria e straordinaria del territorio e alla riqualificazione del patrimonio abitativo. Dal sindacato poi le proposte sul tema della previdenza, con la richiesta di revisione dell’attuale normativa sulle pensioni di anzianità, che, a loro giudizio, devono essere adeguate alla tipologia lavorativa (lavori pesanti) e in materia di lavori usuranti.
Infine, sull’emergenza legalità, i sindacati propongono il rafforzamento del contrasto alle infiltrazioni malavitose nel settore, con l’obbligo di adozione del Durc per congruità anche per i lavori privati, una lotta più incisiva contro il caporalato e l’attuazione della patente a punti. A due settimane dalla manifestazione nazionale che ha visto scendere in piazza 30mila lavoratori e lavoratrici delle costruzioni a Roma, i sindacati, unitariamente, sono tornati a chiedere ai ministri Fornero e Passera un incontro urgente per aprire un confronto con i loro dicasteri. «Il settore sta attraversando la più grave crisi dal dopoguerra ad oggi con pesantissime ripercussioni sulla tenuta dell’occupazione, sulla qualità del sistema produttivo e delle imprese e sulla stessa tenuta della legalità», si legge nella lettera recapitata ai ministri, e proprio per questo 30mila lavoratori e lavoratrici sono scesi in piazza a sostegno della piattaforma del sindacato, con l’obiettivo di rilanciare il settore nel contesto delle opportunità offerte da un nuovo modello di sviluppo più attento alla sostenibilità ambientale, economica e sociale rivendicando l’apertura di un confronto ormai ineludibile».
La green economy per ripartire
Tavolo di crisi: più Imu ai comuni per finanziare le opere
Italia Oggi
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