Molti italiani storceranno il naso a sentire queste parole ma se ne dovranno fare una ragione; l’imu è una tassa legittima, e dunque rimane, salvo decisione diversa che il futuro governo potrebbe prendere, ma rimaniamo nell’ambito delle supposizioni fantasiose. Il Tar del Lazio intanto ha dichiarato “inammissibile” il ricorso con il quale il Codacons richiedeva l’annullamento di tutti i provvedimenti che hanno contribuito ad introdurre l’Imu.
Non è finita qui, infatti, l’associazione dei consumatori ha già dichiarato che presenterà appello al Consiglio di Stato contro questa sentenza, dunque siamo solo all’inzio dell’iter legale anche se per il tribunale del Lazio è tutto molto chiaro. La II sezione del Tar è partita dall’assunto per cui “ contribuenti” non sono “consumatori” e dunque non possono essere rappresentati dal Codacons; ma anche che ciascun cittadino ricorrente non abbia spiegato sufficientemente bene come e perché sia stato penalizzato dall’Imu.
Per il Tar, infatti, “difetta in capo alla ricorrente associazione la legittimazione ad agire” – si legge nella sentenza – dal momento che la materia dell’istituzione, regolamentazione e disciplina dei tributi e’ “afferente a un interesse non dei consumatori o degli utenti di un pubblico servizio, quanto dei contribuenti in generale”.
Anche il ricorso “collettivo” dei consumatori è stato ritenuto inammissibile. “Tutti i ricorrenti – scrivono i giudici – non allegano elementi sufficienti a comprovare” di essere legittimati a ricorrere; e poi “gia’ la sola circostanza per cui le delibere comunali avversate recano ovvero possono recare determinazioni differenziate sulle aliquote applicate nei diversi Comuni, rende non ammissibile il ricorso”.
Secondo il Codacons ”si tratta di una decisione abnorme, considerato che il motivo principale di ricorso consisteva nella mancanza di equita’ di una imposta che grava soprattutto sulle categorie più deboli, in violazione del principio di progressività”.
“Cosa dovevano dimostrare i cittadini ricorrenti dal reddito bassissimo, se non di aver pagato l’Imu che ha gravato sulle loro tasche in maniera maggiore rispetto ai ceti più abbienti? – si chiede il presidente, Carlo Rienzi – Come spesso accade in casi del genere, i giudici non hanno avuto il coraggio di investire della questione la Corte costituzionale, ma hanno preferito lavarsene le mani come fece Ponzio Pilato, sacrificando Gesu’ (i cittadini) e salvando il ladrone Barabba (lo Stato)”.
Fonte: Leggioggi.it
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