Al baratto amministrativo hanno già detto sì alcune decine di comuni in Italia, per lo più di piccole dimensioni. A Massarosa, in provincia di Lucca, l’amministrazione ha offerto per esempio uno sconto del 50 percento sulla tassa dei rifiuti in cambio dell’imbiancatura delle aule scolastiche o della cura delle aiuole. A Milano, prima tra le grandi città, la decisione è stata quella di mettere al centro dello scambio non vantaggi fiscali futuri, ma di scontare quello che il cittadino non è riuscito a pagare in passato. Fino al 2013, con la possibilità di estinguere, tutte o in parte, morosità incolpevoli superiori ai 1.500 euro e relative a tributi comunali, come Ici, Imu o tassa sui rifiuti, multe, rette scolastiche e affitti delle case popolari. Crediti che spesso il comune fa fatica a recuperare anche dopo costose procedure esecutive. Quello che si chiede ai cittadini in cambio, spiega la vicesindaco Francesca Balzani, è “di partecipare in modo virtuoso alla cura e alla gestione del bene pubblico, mettendo a disposizione della comunità il proprio tempo”.
Ora il progetto, che parte in fase sperimentale, andrà definito nei dettagli, scegliendo il sistema per calcolare le ore di lavoro necessarie a saldare il debito e selezionando i lavori che potranno essere barattati. Al momento si pensa a interventi di pulizia, cura e manutenzione di strade, edifici pubblici e aree verdi. Più avanti la pratica potrà essere estesa al welfare, con attività all’interno dei centri per anziani e per disabili. Resta un punto: evitare che il barattatore non perda l’occasione per trasformarsi in un furbo. Ecco le rassicurazioni dell’assessore al Verde Chiara Bisconti: “Controlli rigorosi garantiranno che i cittadini svolgano davvero il loro compito”.
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