Un anno di delega
Attuati finora 17 provvedimenti sui 64 richiesti dagli 11 testi legislativi già pubblicati Più lenti gli atti che coinvolgono diversi enti
i provvedimenti di secondo livello varati finora per completare la riforma fiscale. Manca cioè all’appello oltre il 70% dei testi attuativi previsti dai decreti legislativi finora pubblicati in Gazzetta Ufficiale.
A poco più di un anno dalla legge delega – la 111/2023, in vigore dal 29 agosto – il cantiere della riforma è a metà percorso. Anche perché la legge dà al Governo 24 mesi per adottare i decreti legislativi necessari. Non c’è un numero predefinito: finora ne sono stati pubblicati 11, da quello sulla fiscalità internazionale (Dlgs 209/2023) a quello sulla riscossione e le cartelle esattoriali (Dlgs 110/2024). In mezzo ha trovato spazio anche un testo correttivo (Dlgs 108/2024), varato tra l’altro per rendere più appetibile il concordato preventivo biennale. Un ulteriore decreto – quello sulle imposte indirette,i trust e le successioni – ha già avuto l’ok finale del Consiglio dei ministri il7 agosto ed è in attesa di approdare in Gazzetta. Mentre un altro, dedicato alle imposte sui redditi, dopo il via libera preliminare in Cdm ad aprile, non è ancora stato trasmesso alle Camere: l’obiettivo è riprendere il dossier già questa settimana, con l’auspicio di sbloccare il bonus per le famigliee anticiparlo alla fine del 2024, portandolo a 100 euro netti. Il secondo livello Alcuni dei decreti delegati pubblicati finora contengono norme di legge “autosufficienti”; altri, invece, richiedono testi attuativi di vario tipo: decreti ministeriali, regolamenti, provvedimenti del direttore delle Entrate o determine delle Dogane.
Ad esempio, il decreto legislativo sulle sanzioni tributarie (Dlgs 87/2024) regola una materia che per sua stessa natura – multe amministrative e reati fiscali – tende a essere disciplinata solo per legge. E infatti necessita di un solo decreto del Mef. Il testo sugli adempimenti tributari (Dlgs 1/2024) tocca invece una serie di procedure spesso regolate “a quattro mani” tra legislatore ed Entrate: da qui le 15 misure che richiedono provvedimenti di secondo livello, sette delle quali già attuate. Si tratta per lo più di disposizioni dirette a semplificare i modelli dichiarativi o a introdurre nuove possibilità per i contribuenti e i professionisti, come l’iter per comunicare la cessazione del ruolo di depositario delle scritture contabili. Probabilmente non è una coincidenza che il decreto sugli adempimenti abbia il tasso di attuazione più elevato (il 40%): in molti casi, per tradurre in concreto le norme di rango legislativo, è stato sufficiente un provvedimento firmato dal direttore delle Entrate. Al contrario, si conferma la lentezza degli iter che richiedono pareri di altre autorità come il Garante della privacyo “concerti” con altri ministeri (si veda anche il Sole 24 Ore del 4 marzo). A conti fatti, le 17 disposizioni citate sono state attuate tramite 12 provvedimenti delle Entrate (contando insieme quelli adottati per semplificare i modelli dichiarativi), e nove decreti ministeriali del Mef, di cui solo uno arrivato di concerto con il ministero del Lavoro:è il Dm 25 giugno 2024 che disciplina il bonus assunzioni ed è stato pubblicato in Gazzetta il3 luglio scorso, sei mesi dopo l’entrata in vigore della norma del decreto IrpefIres (Dlgs 216/2023). Priorità e ultimi decreti A dettare l’ordine delle prioritàè stata finora l’urgenza dei provvedimenti che “dovevano” essere varati entro una certa data (come la lista degli atti esclusi dal contraddittorio tra Fisco e contribuenti) o erano indispensabili a far partire l’operazione del concordato fiscale (comei due Dm pubblicati a inizio luglio con le metodologie di calcolo del reddito proposto ai contribuenti Isa e ai forfettari). In molti casi le disposizioni dei Dlgs non dettano scadenze precise. Succede ad esempio per le nuove norme sugli interpelli a pagamento e le risposte elaborate dall’intelligenza artificiale o per le possibili migliorie dei servizi ai contribuenti (arricchimento del cassetto fiscale, dialogo con il Portale per i Comuni, F24 pagabili con PagoPa e così via).
Tra le norme che invece indicano un termine- sempre in verità ordinatorio, cioè non vincolante- ce ne sono diverse nel Dlgs sulla fiscalità internazionale: il contatore si fermaa tre misure attuate su otto, di cui due mancanti e con termini già scaduti. Va detto, però, che molti Paesi stranieri stanno andando più a rilento dell’Italia nel recepimento della global minimum tax, sul destino della quale si addensano non poche nubi. Restano logicamente ancora da mettere in pratica tutte le misure di secondo livello previste dai Dlgs pubblicati all’inizio di agosto. Se è vero che il decreto correttivo non ha norme specifiche (tranne un ritoccoa una disposizione del Dlgs adempimenti)e il decreto sulle sanzioni ne contiene una sola, si annuncia molto impegnativa l’attuazione del decreto sulla riscossione. Per regolare il rapporto tra agente della riscossione ed enti creditori, ma anche per stabilire quando cittadini e imprese potranno dilazionare i debiti fino a 120 rate, servirà un set imponente di disposizioni: sei Dm del Mef, di cui di due previa intesa in Conferenza unificata, un altro Dm del Mef di concerto con il Lavoro (sempre previa intesa in Conferenza), un regolamento ministerialee un documento sul sito istituzionale. Ancora al palo anche le misure del decreto sui giochi (Dlgs 41/2024), che spesso richiedono regolamenti del Mef su proposta delle Dogane e in alcuni casi implicano il concerto con altri organismi: ministero dell’Interno, della Salute e Banca d’Italia. IL QUADRO I provvedimenti di 2° livello richiesti dai 10 decreti delegati (escluso il correttivo) Adempimenti tributari 15 Sanzioni 1 Contenzioso 1 Statuto del contribuente 3 Fiscalità internaz. 8 6 1 3 1 Irpef e Ires 1 4 2
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