Le performance di riscossione degli enti locali stentano a migliorare. L’ammontare dei residui attivi in continua crescita è arrivato nel 2022 a sfiorare la soglia degli 85 miliardi. Questo, spiega il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, dimostra un abbandono graduale dell’accertamento per cassa e di rilevazione dei crediti nel rispetto dei principi contabili. Risulta allo stesso tempo in aumento anche l’importo dell’accantonamento del fondo crediti di dubbia esigibilità che sfiorava i 35 miliardi nel 2022. Durante l’audizione in commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale il ministro del Mef ha presentato lo stato di attuazione per livelli di governo: comuni, province e regioni. Lo stato del federalismo fiscale. Iniziando l’analisi dai comuni Giorgetti riferisce che il grado di autonomia tributaria, misurato dal rapporto tra le entrate tributarie e l’ammontare complessivo delle entrate, è passato dal 26% del 2010 al 38% nel 2022. Nello stesso periodo però l’incidenza dei trasferimenti sul totale delle entrate complessive si è ridotta dal 47% al 29%. Mentre guardando alla manovrabilità per i maggiori tributi locali (Imu e addizionale comunale all’Irpef), prosegue il ministro, sono stimati in circa 2,4 miliardi, ovvero poco più del 9% delle entrate massime potenziali per i due tributi. Anche per quanto riguarda le province il livello rimane basso anche questi enti dispongono di spazi residui di manovrabilità piuttosto limitati: infatti, la quasi totalità degli enti ha già esercitato uno “sforzo fiscale” prossimo al livello massimo previsto dalla legge (93% degli enti per RC auto e 87% per IPT). Allo stesso modo, dati simili caratterizzano gli spazi di manovrabilità delle regioni che ancora sono contenuti, Per l’Irap, ad esempio, nel 2023 erano complessivamente limitati al 12,4% del gettito massimo potenziale. Difficoltà di riscossione. Con margini di manovra sempre più limitati la riscossione rappresenta un nodo centrale della gestione finanziaria degli enti locali. Quindi andando ad analizzare le performance di riscossione il titolare del Mef ha riportato dati non positivi. L’analisi dei rendiconti trasmessi alla Banca dati delle amministrazioni pubbliche relativo agli anni 2020-2022 mostra che l’ammontare dei residui attivi è cresciuto nel tempo (da circa 74 miliardi nel 2020 a poco meno di 85 miliardi nel 2022), a dimostrazione di un abbandono graduale dell’accertamento per cassa e di rilevazione dei crediti nel rispetto dei principi contabili. Allo stesso tempo è aumentato l’importo dell’accantonamento del fondo crediti di dubbia esigibilità, passato da circa 32 miliardi nel 2020 a poco meno di 35 miliardi nel 2022. Attuazione della riforma fiscale. In linea con gli impegni assunti nel Pnrr, la legge delega n. 111 del 2023 ha individuato specifici princìpi e criteri direttivi affinché il Governo possa realizzare la piena attuazione del federalismo fiscale regionale. In riferimento al problema della riscossione sono in fase di definizione i decreti attuativa della legge di delega di riforma fiscale. Nella relazione del ministro si legge, in primo luogo, la realizzazione del federalismo “simmetrico” prevede che, a seguito dell’abolizione dei trasferimenti erariali, alle regioni a statuto ordinario dovrà essere assicurato un ammontare di entrate tale da lasciare invariata la pressione fiscale. A tal fine, la compartecipazione all’Iva dovrà essere ripartita secondo il principio di territorialità, anche sulla base di dati fiscali a disposizione dell’Amministrazione finanziaria. Invece con particolare riguardo sui tributi regionali, Giorgetti cita l’estensione dell’accertamento esecutivo e le tipologie di definizione agevolata, anche sotto forma di adesione a quelle introdotte per le entrate erariali. Passando invece alle disposizioni sugli enti locali, è stata estesa la possibilità di adempiere mediante compensazioni, privilegiando l’adempimento spontaneo, con sistemi premiali di riduzione delle sanzioni. Infine, come sottolineato anche dal viceministro Maurizio Leo, con l’approvazione del decreto legislativo sul sistema di riscossione è stata introdotta una pianificazione annuale delle procedure svolte da Agenzia delle entrate-Riscossione adottata con il coinvolgimento della Conferenza Unificata che rappresenta gli interessi degli enti territoriali.
In collaborazione con Mimesi s.r.l. – Articolo integrale pubblicato su Ilsole24ore dell’11 luglio 2024
Riscossione, flop dei comuni
di MARIA MANTERO – Le performance di riscossione degli enti locali stentano a migliorare. L’ammontare dei residui attivi in continua crescita è arrivato nel 2022 a sfiorare la soglia degli 85 miliardi.
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