L’ accertamento contabile delle entrate tributarie

In prossimità del termine di approvazione del bilancio di previsione dei Comuni, differito dal decreto Milleproroghe 2017 al 31 dicembre, si ritiene opportuno esaminare le nuove modalità di “accertamento” delle entrate tributarie.

27 February 2017
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In prossimità del termine di approvazione del bilancio di previsione dei Comuni, differito dal decreto Mille proroghe 2017 (D. L. n. 244/2016), che ha procrastinato al 31 marzo p.v. l’ordinaria scadenza fissata al 31 dicembre, dall’art. 151 dal T.U.E.L., si ritiene opportuno esaminare le nuove modalità di “accertamento” delle entrate tributarie. Il D. Lgs. n. 267/2000 fornisce, all’art. 179, la definizione di accertamento, quale prima delle tre fasi in cui è articolata la gestione delle entrate. Tale norma dispone che questa fase è finalizzata ad individuare :

1. la ragione del credito,
2. la sussistenza di un idoneo titolo giuridico,
3. il debitore,
4. la somma da incassare,
5. la relativa scadenza.

Preme innanzitutto ricordare che i principi contabili degli enti locali sono stati profondamente rivisitati con l’entrata in vigore del D.Lgs. n. 118/2011, poi ulteriormente riformati dal successivo D.Lgs. n. 126/2014. Ai nostri fini assume rilevanza il “principio contabile applicato concernente la contabilità finanziaria”, di cui all’allegato 4/2 del richiamato D.Lgs. n. 126/2014.
In base al principio summenzionato, l’accertamento deve avere a proprio fondamento idonea documentazione, a cui segue la verifica dei requisiti. Solo a seguito della certezza della presenza delle condizioni dettate dalla normativa in esame, si perfeziona l’accertamento, con cui si dà atto specificamente della scadenza del credito. Tale informazione è rilevante al fine dell’imputazione per ciascun esercizio finanziario contemplato dal bilancio di previsione, secondo un arco temporale triennale, introdotto dalla riforma contabile.

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