SPENDING REVIEW
Il Consiglio dei Ministri ha esaminato il rapporto sulla spending review “elementi per una revisione della spesa pubblica”, illustrato dal Ministro per i Rapporti con il Parlamento e il Programma di governo, Piero Giarda.
Il rapporto, che segue l’approvazione del Documento di Economia e Finanza di mercoledì 18 aprile, analizza le voci di spesa delle pubbliche amministrazioni, con la finalità di evitare inefficienze, eliminare sprechi e ottenere risorse da destinare alla crescita. La razionalizzazione e il contenimento dei costi sono infatti fondamentali per garantire, da un lato il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica, dall’altro l’ammodernamento dello Stato e il rilancio dell’economia e dell’occupazione.
Il rapporto pone l’accento su cinque anomalie di sistema:
1. La prima riguarda la struttura della spesa pubblica italiana. In Italia si spende meno della media dei Paesi OCSE per la fornitura di servizi pubblici e per il sostegno agli individui in difficoltà economica mentre le spese per gli interessi sul debito pubblico e per le pensioni superano la media europea. Queste due voci valgono circa 310 miliardi di euro, una cifra che ostacola la flessibilità di gestione e adattamento della risposta pubblica alle domande provenienti dall’economia.
2. La seconda è rappresentata dal costo della produzione dei servizi pubblici. L’aumento dei costi di produzione dei servizi pubblici (scuola, sanità, difesa, giustizia, sicurezza) non è stato accompagnato da un adeguato livello di qualità. Queste spese, secondo i dati ISTAT, sono cresciute in trenta anni, dal 1980 al 2010, molto più rapidamente dei costi di produzione dei beni di consumo privati. Se i costi del settore pubblico fossero aumentati nella stessa misura del settore privato, la spesa per i consumi collettivi oggi sarebbe stata di 70 miliardi di euro più bassa.
3. La terza è l’aumento delle spesa dovuto alle diffuse carenze nell’organizzazione del lavoro all’interno delle amministrazioni, nelle politiche retributive e nelle attività di acquisto dei beni necessari per la produzione.
4. La quarta riguarda l’evoluzione della spesa e la sua governance. Negli ultimi vent’anni, ad esempio, la spesa sanitaria è aumentata passando dal 32,3 per cento al 37 per cento del totale della spesa pubblica mentre la spesa per l’istruzione è scesa dal 23,1 per cento al 17,7 per cento. Ciò è dovuto in parte all’andamento demografico, in parte a decisioni che riguardano la sfera politica e la struttura degli interessi costituiti.
5. La quinta anomalia è nel rapporto centro-periferia, per cui gli enti locali esercitano le stesse funzioni, a prescindere dalle dimensioni e caratteristiche territoriali. Questo porta a una lievitazione dei costi negli enti con un numero inferiore di abitanti.
Secondo il rapporto, la spesa pubblica “rivedibile’’ nel medio periodo è pari a circa 295 miliardi di euro. A breve termine, la spesa rivedibile è notevolmente inferiore, stimabile in circa 80 miliardi. Nell’attuale situazione economica, il Governo ha ritenuto necessario un intervento volto alla riduzione della spesa pubblica per un importo complessivo di 4,2 miliardi, per l’anno 2012, al quale tutte le amministrazioni pubbliche devono concorrere. Questo importo potrebbe servire, per esempio, a evitare l’aumento di due punti dell’IVA previsto per gli ultimi tre mesi del 2012.
Una riduzione di 4,2 miliardi, da ottenersi in 7 mesi (1° giugno-31 dicembre 2012) equivale a 7,2 miliardi su base annua e corrisponde perciò al 9% della spesa rivedibile nel breve periodo (80 miliardi).
La riduzione, non lineare ma selettiva, sarà realizzata potenziando la linea di risparmio seguita dal Governo nei primi mesi di attività: ad esempio i risparmi (per oltre 20 milioni di euro) prodotti dalla Presidenza del Consiglio grazie alla diminuzione delle consulenze e ai tagli all’organico, la riduzione degli stipendi dei manager pubblici, i tagli sui voli di stato e sulle “auto blu”, la soppressione di enti, o la riforma delle province (in allegato al comunicato stampa la sintesi dei tagli effettuati).
Una direttiva del Presidente del Consiglio, su proposta del Ministro Giarda, indicherà ai Dicasteri le linee da seguire per contenere le spese di gestione. La direttiva disciplina specificamente il contributo che le amministrazioni centrali sono tenute a prestare per il raggiungimento dell’obiettivo della riduzione sopra indicato. Gli interventi richiesti vanno dall’eliminazione di sprechi ed eccessi di risorse impiegati, alla revisione dei programmi di spesa, al miglioramento delle attività di acquisto di beni e servizi, alla ricognizione degli immobili pubblici in uso alle pubbliche amministrazioni al fine di possibili dismissioni.
Per il coordinamento generale delle attività è costituito il comitato dei Ministri per la revisione della spesa, presieduto dal Presidente del consiglio dei Ministri e composto dal Ministro delegato per il Programma di governo, dal Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, dal Viceministro dell’economia e delle finanze e dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Per assicurare rapida esecuzione al programma di revisione della spesa, soprattutto in ragione delle straordinarie condizioni di necessità e urgenza che impongono un intervento deciso sull’economia, il Consiglio dei Ministri ha previsto, con decreto legge, la funzione di Commissario straordinario per la razionalizzazione della spesa per acquisti di beni e servizi con il compito di definire il livello di spesa per voci di costo. Per l’incarico sarà nominato Enrico Bondi (il curriculum vitae è allegato al comunicato stampa).
Tra i compiti affidati al Commissario ci sono quello di coordinare l’attività di approvvigionamento di beni e servizi da parte delle PA, incluse tutte le amministrazioni, autorità, anche indipendenti, organi, uffici, agenzie o soggetti pubblici, gli enti locali e le regioni, nonché assicurare una riduzione della spesa per acquisti di beni e servizi, per voci di costo, delle amministrazioni pubbliche. Il Commissario potrà segnalare al Consiglio dei Ministri le norme di legge o regolamento che determinano spese o voci di costo e che possono essere razionalizzate. Potrà inoltre proporre al Consiglio la sospensione o la revoca di singole procedure relative all’acquisto di beni e servizi e l’introduzione di nuovi obblighi informativi a carico delle PA.
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Meritano un attento esame anche le risorse pubbliche destinate alle imprese, così come quelle che affluiscono ai partiti politici e ai sindacati.
Per quanto riguarda gli aiuti alle imprese, il Consiglio dei Ministri ha conferito al Professor Francesco Giavazzi l’incarico di fornire al Presidente del Consiglio e Ministro dell’Economia e delle finanze e al Ministro dello Sviluppo, delle infrastrutture e dei trasporti analisi e raccomandazioni sul tema dei contributi pubblici alle imprese.
Per quanto riguarda i partiti e i sindacati, il Consiglio dei Ministri ha conferito al Professor Giuliano Amato l’incarico di fornire al Presidente del Consiglio analisi e orientamenti sulla disciplina dei partiti per l’attuazione dei principi di cui all’articolo 49 della Costituzione, sul loro finanziamento nonché sulle forme esistenti di finanziamento pubblico, in via diretta o indiretta, ai sindacati.
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Le risorse che si ricaveranno con gli interventi consentiranno di realizzare gli obiettivi di finanza pubblica indicati nel DEF e favoriranno l’alleggerimento della pressione fiscale sui cittadini.
RELAZIONE PROGRAMMATICA 2012 “LA PARTECIPAZIONE DELL’ITALIA ALL’UNIONE EUROPEA”.
Il Ministro per gli affari europei, Enzo Moavero, ha poi illustrato la relazione programmatica 2012 su “La partecipazione dell’Italia all’Unione europea”. La relazione programmatica, che il Governo presenta ogni anno in Parlamento, ha la funzione di esporre gli sviluppi in atto nel processo di integrazione europea, con riferimento agli aspetti istituzionali e a ciascuna politica dell’Unione, nonché gli orientamenti e le priorità che il Governo si propone di perseguire in relazione a tali sviluppi.
In quest’ottica, la relazione contribuisce a una precoce presa di coscienza da parte del Parlamento sull’evoluzione dell’UE, delle sue politiche e sulla posizione del Governo in materia. L’auspicio che si accompagna alla relazione è che questa possa contribuire a un dialogo fruttuoso tra Parlamento e Governo. Un primo risultato consisterebbe nel miglioramento della trasparenza circa l’attività dell’anno in corso. Un secondo risultato si avrà se sarà accresciuta la coerenza e la condivisione delle scelte che l’Italia deve compiere nel quadro della partecipazione all’UE.
La Relazione 2012 è strutturata in 3 capitoli. Il primo si sofferma sulle aree di maggiore risalto per l’UE. Ovvero, da una parte, la riforma della cd. “governance economica e monetaria”, inclusi i trattati del 2012 relativi al Meccanismo Europeo di Stabilità e al Fiscal compact e, dall’altra, il negoziato relativo al quadro finanziario pluriennale 2014-2020, vale a dire al bilancio dell’Unione.
Il secondo capitolo passa in rassegna gli sviluppi previsti nelle singole politiche dell’Unione e illustra la posizione politico-negoziale del Governo rispetto a ciascuna politica e agli atti, proposti o in discussione in sede europea, ai fini della loro messa in opera.
Il terzo capitolo contiene tre sezioni che illustrano, rispettivamente: gli orientamenti del Governo in materia di prevenzione e della risoluzione delle procedure d’infrazione al diritto dell’Unione; i principali indirizzi strategici e operativi in materia di tutela degli interessi finanziari dell’Unione e di contrasto alle frodi; le priorità attinenti alle iniziative di comunicazione e informazione sui temi europei e alle principali attività di formazione programmate per l’anno 2012.
Il Consiglio dei Ministri ha condiviso le motivazioni favorevoli alla realizzazione del progetto di impianto eolico off-shore nel mare antistante la costa del Comune di Bufera (Caltanissetta). Ne è stata valutata positivamente la compatibilità ambientale ed è stato giudicato coerente con gli obiettivi del Piano di azione nazionale per le energie rinnovabili
Il Consiglio dei Ministri ha poi esaminato i seguenti provvedimenti: a. Riordino della Protezione civile
b. Servizi nel mercato interno
c. Esame preliminare di decreti legislativi di attuazione di direttive europee
d. Unificazione del Fondo antimafia e del Fondo antiracket ed usura
e. Marchi di identificazione dei metalli preziosi
f. Accordo di partenariato e cooperazione con l’Afghanistan
g. Nomine
h. Leggi regionali
Di seguito, in sintesi, il contenuto dei provvedimenti:
A. RIORDINO DELLA PROTEZIONE CIVILE
Il 13 aprile 2012 il Consiglio dei Ministri ha approvato in via preliminare la riforma della Protezione civile, con l’obiettivo di riorganizzarne la struttura operativa e accelerare i tempi d’azione del Servizio nazionale per la protezione civile. A seguito dei rilievi svolti dalla Conferenza Unificata il 19 aprile, il Consiglio dei Ministri ha approvato, con decreto legge, il testo.
B. SERVIZI NEL MERCATO INTERNO
Il provvedimento apporta alcuni necessari correttivi all’originario decreto legislativo che, nel 2010, ha recepito la “Direttiva servizi”, con cui è stato armonizzato a livello comunitario l’accesso e l’esercizio delle attività economiche nel settore terziario.
A distanza di quasi due anni dall’attuazione della citata direttiva, si è resa, infatti, necessaria un’opera di aggiornamento della normativa per potenziare lo sviluppo e la competitività, in particolare, delle piccole e medie imprese.
Sono importanti, in primo luogo, gli interventi riguardanti l’accesso alle attività economiche attraverso l’introduzione della Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA), come da ultimo modificata dal decreto legge n. 5/2012 sulle semplificazioni, che sostituisce la precedente Dichiarazione di Inizio Attività (DIA). Inoltre, nei casi in cui resta la necessità di autorizzazioni, si prevede che si applichi, salvo le eccezioni di legge, l’istituto del silenzio assenso. Queste due misure consentiranno di rendere molto più rapido e semplice l’avvio delle nuove attività nel settore dei servizi.
Inoltre, il provvedimento contiene numerosi interventi puntuali di immediata semplificazione, riguardanti le attività di commercio all’ingrosso nel settore alimentare, di facchinaggio, di intermediazione commerciale e di affari, di spedizioniere, di acconciatore, di estetista, di lavanderia e di disciplina dei magazzini generali e dei mulini,
Infine, vengono abrogati alcuni Albi e Ruoli, fra i quali i commissionari, i mandatari, gli stimatori e pesatori pubblici, ed i mediatori per le unità da diporto.
Ulteriori e più incisive misure di semplificazione, anche estranee alla materia della direttiva servizi, saranno possibili mediante l’attuazione del nuovo decreto legge n. 5 del 2012 sulle semplificazioni.
C. ESAME PRELIMINARE DI DECRETI LEGISLATIVI DI ATTUAZIONE DI DIRETTIVE EUROPEE
Il Consiglio dei Ministri ha esaminato due decreti legislativi che recepiscono direttive europee.
Il primo, su proposta dei Ministri per le politiche agricole e degli affari europei, riguarda la direttiva che dispone deroghe per la commercializzazione delle miscele di sementi di piante foraggere destinate a essere utilizzate per la salvaguardia di specifici ambienti naturali. Le nuove norme prevedono l’istituzione di un registro semplificato per queste varietà, che non hanno un interesse commerciale ma che svolgono invece una precisa funzione di salvaguardia ambientale. Grazie al provvedimento in questione, saranno quindi consentiti lo scambio e la commercializzazione di queste sementi, caratteristiche di ambienti identificati a livello locale.
Il secondo decreto legislativo, su proposta dei Ministri degli affari europei e dell’economia e finanze, recepisce la normativa europea relativa ai poteri dell’Autorità bancaria europea, dell’Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali e dell’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati.
La crisi finanziaria del 2007-2008 ha evidenziato alcune lacune nella vigilanza finanziaria in materia di cooperazione, coordinamento e applicazione coerente del diritto dell’UE e fiducia tra le autorità nazionali competenti.
Il Parlamento europeo ha sollecitato più volte l’adozione di un sistema di vigilanza più integrato, che accresca l’integrazione dei mercati finanziari dell’Unione. Nel 2008, la Commissione ha incaricato un gruppo di esperti di formulare raccomandazioni su come rafforzare i meccanismi di vigilanza europei al fine di proteggere i cittadini in modo più efficace e ripristinare la fiducia nel sistema finanziario.
La relazione finale del gruppo di esperti – cd. “relazione Larosière” – ha consigliato la creazione di un Sistema europeo di vigilanza finanziaria, il SEVIF, comprendente tre autorità europee di vigilanza: una per il settore bancario, una per il settore degli strumenti finanziari e una per il settore delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali. La Commissione, dopo l’approvazione del Consiglio europeo, ha adottato le proposte dei tre regolamenti istitutivi del SEVIF, che creano anche le tre autorità di vigilanza.
Lo sche ma di decreto legislativo dà attuazione alla direttiva comunitaria, introducendo le modifiche necessarie alla legislazione nazionale. L’entrata in vigore delle nuove norme consentirà di migliorare il funzionamento del mercato interno, garantirà maggiori protezioni per i depositanti, gli investitori e i beneficiari, manterrà la stabilità e sostenibilità del sistema finanziario e rafforzerà il coordinamento internazionale in materia di vigilanza.
D. UNIFICAZIONE DEL FONDO ANTIMAFIA E DEL FONDO ANTIRACKET ED USURA
La legge 225 del 2010 ha unificato il Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso con il Fondo di solidarietà per le vittime delle richieste estorsive e dell’usura.
Il regolamento approvato dal Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Interno, disciplina il nuovo Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, delle richieste estorsive e dell’usura razionalizzando i procedimenti relativi all’erogazione delle somme a favore delle vittime del racket, dell’usura e della criminalità organizzata.
Le decisioni sulla concessione dei benefici in favore delle vittime, il coordinamento delle iniziative di solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso e il coordinamento delle iniziative antiracket e usura restano invece affidati a due Comitati distinti.
E. MARCHI DI IDENTIFICAZIONE DEI METALLI PREZIOSI
Su proposta del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell’interno, il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schem a di regolamento che modifica la disciplina dei titoli e dei marchi di identificazione dei metalli preziosi. Le modifiche sono necessarie per adeguare la legislazione italiana alla Convenzione di Vienna sul controllo e la marchiatura degli oggetti in metalli preziosi, oltre che allo sviluppo tecnologico e alle innovazioni già introdotte in altri Paesi dell’UE. Le novità, che consentiranno agli imprenditori italiani di competere in condizioni di parità con i produttori di altri Paesi, sono due:
1. l’introduzione della facoltà di apporre mediante tecnologia laser lo specifico marchio identificativo e l’indicazione del titolo legale sugli oggetti realizzati in metallo prezioso;
2. la definizione, attraverso successivi decreti ministeriali, delle modalità per l’applicazione dei marchi mediante tecnologia laser, per la sicurezza informatica dei dati relativi ai marchi e per i controlli degli oggetti in metallo prezioso.
F. ACCORDO DI PARTENARIATO E DI COOPERAZIONE DI LUNGO PERIODO CON L’AFGHANISTAN
Durante il Consiglio dei Ministri è stato inoltre deliberato il disegno di legge di iniziativa del Ministro degli Esteri Terzi di ratifica dell’Accordo di partenariato e di cooperazione di lungo periodo con l’Afghanistan, rafforzando i rapporti bilaterali e la credibilità dell’impegno dell’Italia, partner che svolge da anni un ruolo primario sul piano militare a tutela della sicurezza e contribuisce concretamente allo sviluppo dell’Afghanistan.
L’Accordo, firmato lo scorso 26 gennaio, è il primo strumento di questo tipo sottoscritto da Kabul con un Paese occidentale ed è destinato, nel volgere dalla fase di Transizione a quella di Trasformazione dell’Afghanistan, a mettere a sistema le varie iniziative di collaborazione bilaterale ed a dare seguito agli impegni assunti alla Conferenza di Bonn dello scorso dicembre.
Esso rappresenta infatti la cornice unitaria cui Italia ed Afghanistan intendono ricondurre i vari filoni di collaborazione, dal dialogo politico alla difesa/sicurezza, alla cooperazione allo sviluppo, alla collaborazione economica, alla lotta ai narcotici, alla cultura, e richiama inoltre le quattro intese settoriali finora sottoscritte: Accordo quadro di Cooperazione allo Sviluppo; Accordo di cooperazione di polizia in materia di prevenzione e contrasto al traffico illecito di stupefacenti, sostanze psicotrope e precursori; MoU di cooperazione politica tra i due Ministero degli Esteri; MoU di Cooperazione economica.
G. NOMINE
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’interno, ha nominato il dottor Luca ROTONDI e la dottoressa Rosa DELLA MONICA componenti della commissione straordinaria per la gestione del Comune di Careri (RC), in sostituzione, rispettivamente, della dottoressa Adele MAIO e del dottor Andrea Nino CAPUTO.
Su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, ha nominato il Presidente del Consiglio di Stato, dottor Giancarlo CORAGGIO, a Presidente della Commissione tributaria centrale.
Su proposta del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali ha conferito l’incarico di Capo del Dipartimento delle politiche competitive, della qualità agroalimentare e della pesca, nonché dell’incarico, ad interim, di Capo del Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari, al dottor Giuseppe SERINO, e l’incarico di Capo del Dipartimento delle politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale al dottor Giuseppe BLASI.
H. LEGGI REGIONALI
Infine, il Consiglio dei Ministri ha esaminato ventidue leggi regionali su proposta del Ministro per gli affari regionali. Il Consiglio ha deliberato l’impugnativa dinanzi alla Corte Costituzionale delle seguenti leggi regionali:
1) legge della Provincia Autonoma di Bolzano n. 5 del 6 marzo 2012 recante “Modifica alla legge provinciale 17 giugno 1998, n. 6 recante norme per l’appalto e l’esecuzione di lavori pubblici” in quanto disciplina la materia del subappalto in modo non conforme al Codice degli appalti pubblici.
2) legge Regione Friuli Venezia Giulia n. 3 del 9 marzo 2012 recante “Norme urgenti in materia di autonomie locali” in quanto disciplina le modalità di elezione, formazione e composizione degli organi di governo dei comuni e delle province in maniera difforme rispetto alle disposizioni introdotte dal decreto legge n. 201/2011 (convertito con modificazioni nella legge n. 214/2011).
Il Consiglio dei Ministri ha invece deliberato la rinuncia parziale all’impugnativa a seguito di riforma e abrogazione, da parte delle regioni, di norme regionali precedentemente impugnate innanzi alla Corte Costituzionale, delle seguenti leggi regionali: 1) legge regionale Liguria n. 38/2011 recante “Disposizioni collegate alla legge finanziaria 2012”.
2) legge della Regione Friuli Venezia Giulia n. 11 dell’11 agosto 2011 recante “Assestamento del bilancio 2011 e del bilancio pluriennale per gli anni 2011-2013 ai sensi dell’articolo 34 della legge regionale 21/2007”.
Per le altre leggi regionali il Consiglio dei Ministri ha deliberato la non impugnativa. Si tratta delle seguenti leggi:
1) Legge Provincia di Trento n. 3 dell’1 marzo 2012 recante “Modificazioni della legge provinciale 3 novembre 2009, n. 13 (Norme per la promozione dei prodotti agricoli e agroalimentari a basso impatto ambientale e per l’educazione alimentare e il consumo consapevole)”.
2) Legge Regione Liguria n. 4 del 05 marzo 2012 recante “Misure urgenti per la tutela delle acque”.
3) Legge Regione Liguria n. 5 del 05 marzo 2012 recante “Modifiche all’articolo 10 della legge regionale 7 ottobre 2009, n. 40 (Testo unico della normativa in materia di sport) e successive modificazioni ed integrazioni e riapertura dei termini previsti dall’articolo 14 della medesima legge per le richieste di contributo per l’anno 2012 presentate dai soggetti di cui all’articolo 10, comma 2, lettera a)”. 4) Legge Regione Liguria n. 6 del 05 marzo 2012 recante “Norme per la tutela dei consumatori e degli utenti”.
5) Legge Regione Liguria n. 7 del 05 marzo 2012 recante “Iniziative regionali per la prevenzione del crimine organizzato e mafioso e per la promozione della cultura della legalità”.
6) Legge Regione Toscana n. 7 del 02 marzo 2012 recante “Modifiche alla legge regionale 25 luglio 2006, n. 35 (Istituzione del servizio civile regionale) ed alla legge regionale 24 febbraio 2005, n. 40 (Disciplina del servizio sanitario regionale), in materia di servizio civile regionale”.
7) Legge Regione Toscana n. 8 del 09 marzo 2012 recante “Disposizioni urgenti in materia di alienazione e valorizzazione di immobili pubblici in attuazione dell’articolo 27 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201 (Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici), convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2001, n. 214”.
8) Legge Regione Basilicata n. 1 del 07 marzo 2012 recante “Integrazione alla l.r. 16 febbraio 2009, n. 1 per lo sviluppo e la Competitività del sistema produttivo locale.”
9) Legge Regione Puglia n. 2 del 05 marzo 2012 recante “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 14 dicembre 2011, n. 37 (Ordinamento della polizia locale)”.
10) Legge Regione Puglia n. 3 del 13 marzo 2012 recante “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 25 agosto 2003, n. 12 (Disciplina della raccolta e commercializzazione dei funghi epigei freschi e conservati nel territorio regionale. Applicazione della legge 23 agosto 1993, n. 352 e decreto del Presidente della Repubblica 14 luglio 1995, n. 376) e alla legge regionale 15 maggio 2006, n. 14 (Modifica della legge regionale 25 agosto 2003, n. 12)”.
11) Legge Regione Puglia n. 4 del 13 marzo 2012 recante “Nuove norme in materia di bonifica integrale e di riordino dei consorzi di bonifica”.
12) Legge Regione Abruzzo n. 11 dell’1 marzo 2012 recante “Disciplina delle Associazioni di Promozione Sociale”.
13) Legge Regione Abruzzo n. 12 dell’1 marzo 2012 recante “Norme per la promozione della cooperazione in Abruzzo nei settori dell’industria, del commercio e dell’artigianato”.
14) Legge Regione Piemonte n. 2 del 12 marzo 2012 recante “Modifiche alla legge regionale 13 aprile 1995, n. 60 (Istituzione dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale).
15) Legge Regione Lombardia n. 4 del 13 marzo 2012 recante “Norme per la valorizzazione del patrimonio edilizio esistente e altre disposizioni in materia urbanistico-edilizia”.
16) Legge Regione Lombardia n. 5 del 15 marzo 2012 recante “Disposizioni in materia di riduzione dei costi degli apparati amministrativi. Attuazione dell’art. 6, commi 2 e 5, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78 (Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica), convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122”.
17) Legge Regione Sardegna n. 7 del 15 marzo 2012 recante “Bilancio di previsione per l’anno 2012 e bilancio pluriennale per gli anni 2012-2014.”
18) Legge Regione Basilicata n. 2 del 16 marzo 2012 recante “Modifica all’art. 9 della L.R. 24 novembre 1997, n. 47 e all’art. 6 della L.R. 7 gennaio 1998, n. 2.”
19) Legge Regione Basilicata n. 3 del 16 marzo 2012 recante “Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione dell’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente di Basilicata (A.R.P.A.B.) per l’esercizio finanziario 2012.”
20) Legge Regione Basilicata n. 4 del 16 marzo 2012 recante “Modifica della l.r. 23 novembre 2010, n. 32 – Art. 6 Aggiornamento dati.”
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