ANCI, scadenza Imu terreni agricoli montani, chiediamo posticipo del pagamento al 2015.

4 December 2014
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Con comunicato del 03/12/2014 l’ANCI rende noto che:

L’ANCI, sin dall’approvazione e poi conversione del dl 66, ha evidenziato le gravi criticità contenute nella norma che esentava dall’Imu i terreni montani, proponendo varie modifiche, nonché evidenziando i problemi nelle sedi istituzionali di confronto.

A riguardo, sono state prodotte da Ifel note tecniche e si è formalmente posta la questione ai Ministri competenti, da ultimo con lettera del 28 ottobre, in cui si evidenziava la preoccupazione posta dalla norma e si chiedeva il posticipo al 2015, in quanto la sua applicazione rischiava di provocare variazioni non governate delle risorse effettivamente disponibili per i Comuni considerati montani, oltre che disorientamento nei contribuenti tenuti al pagamento per fattispecie di cui ancora non si conosceva l’imponibilità. Si censurava inoltre il grave ritardo nell’adozione del decreto ministeriale, che oggi giunge in prossimità della scadenza del pagamento.

L’ANCI proponeva e continua a proporre uno slittamento al 2015 sia per le criticità derivanti ai contribuenti, sia per le gravi ripercussioni sui Comuni interessati, dopo la scadenza dei termini per l’assestamento, senza considerare gli errori che si sono evidenziati nelle tabelle di riparto del taglio.

Stiamo parlando di una decurtazione al Fondo di solidarieta’ di 350 milioni, che  crea gravi difficolta’ a 4 mila Comuni montani, soprattutto piccoli, impossibilitati ad incassare per tempo le dovute compensazioni con il gettito Imu sui terreni agricoli montani.

La cifra e’ stata definita considerando una stima sui maggiori introiti che i Comuni dovrebbero incassare proprio a fronte della revisione delle esenzioni Imu. Ma e’ stata anche resa nota con grave ritardo, a ridosso della chiusura dell’anno, e basandosi su criteri per la determinazione delle stime quanto mai incerti. La scelta dell’altimetria del centro abitato quale unico criterio di distinzione penalizza gravemente i territori montani di molti Comuni caratterizzati da rilevanti dislivelli.

Tutto cio’ provoca effetti che potrebbero risultare insostenibili, sia nei confronti di possessori di terreni mai inclusi finora nell’imposta immobiliare, sia sui bilanci dei Comuni: infatti, i 350 milioni saranno subito decurtati, mentre il recupero di quelle cifre attraverso i pagamenti Imu ed entro la fine dell’anno risulta quanto mai improbabile, a causa dei tempi strettissimi per l’informazione dovuta ai contribuenti non piu’ esenti.

Come se non bastasse, i Comuni soggetti al Patto di stabilita’ sarebbero ulteriormente danneggiati dal rischio di non poter considerare a bilancio gli introiti derivanti dal pagamento dell’Imu ‘per competenza’, in quanto obbligati a verificarne l’effettivo incasso.

Piu’ in generale e’ del tutto inverosimile che il gettito venga pagato con la necessaria completezza alla scadenza del saldo Imu del prossimo 16 dicembre. Gli oltre 4 mila Comuni coinvolti, in cui risiedono 28 milioni di abitanti, si ritroverebbero cosi’ con un ulteriore taglio di risorse (per 700 enti maggiore del 5% del totale delle entrate), non coperto da un corrispondente maggior gettito Imu.

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