Approvazione definitiva per il decreto sull’Imu agricola, che diventa così legge dello Stato a seguito del caos avvenuto nei mesi scorsi. Una situazione che non ha mancato di imbarazzare il governo, riuscito infine a sanare la normativa. Bocciati tutti gli emendamenti presentati in aula: il decreto è rimasto, così, invariato dall’ultimo passaggio in Senato e arriva così a destinazione dopo un percorso assai accidentato.
Tutto ha avuto inizio quando, nello scorso mese di novembre, la maggioranza ha deciso di porre mano alla regolamentazione in materia di esenzioni relative all’imposta municipale unica sui terreni agricoli, contenuti nei Comuni ritenuti montani.
Inizialmente, erano stati adottati alcuni criteri, poi abbandonati nella legge che ora abbiamo a disposizione. Nel mezzo, come si ricorderà, è intervenuta dapprima una sospensiva del Tar, scaduta a pochi giorni dal pagamento finale, che ha obbligato così il governo a intervenire d’urgenza per chiarire la situazione.
Così, oggi si è scritto l’ultimo capitolo di questa odissea che si è prolungata alcuni mesi, anche se, al momento, rimangono alcuni nodi da sciogliere soprattutto per gli enti locali. A votare a favore della conversione del decreto alla Camera dei deputati, 272 rappresentanti, contro i 153 che hanno detto “no” e i 15 astenuti.
Cosa cambia con la nuova legge
A decadere, con la sospensiva inflitta dal Tar al decreto di novembre era il criterio altimetrico, che il governo ha infine sostituito con la parametrazione di matrice Istat, sicuramente più imparziale ma sempre soggetta a eventuali rivendicazioni in sede amministrativa.
Così, con l’approvazione del decreto che sancisce i nuovi principi in merito all’Imu agricola sui terreni dei comuni montani, è stata stabilita la formazione di una commissione ad hoc che riveda i criteri utilizzati per il pagamento ed eventualmente intervenga nella stessa normativa approvata quest’oggi. Per il momento, la maggioranza – pur dividendosi – ha dunque preferito ratificare il decreto Imu in scadenza, per poi chiudere la partita in sede di approfondimento, magari varando, più avanti, un ulteriore testo riparatore, forse, questa volta, un disegno di legge.
Chi deve pagare. Esenzione completa per i Comuni che rientrano nella classificazione Istat come totalmente montani, mentre in quelli che rientrano nella categoria solo parzialmente – si vedano le tabelle istituzionali – ne sono scevri solo i terreni che appartengono ai coltivatori diretti e agli imprenditori agricoli professionali. Tutto invariato, invece, nei Comuni non montani.
La nuova legge introduce, poi, anche l’esenzione per le piccole isole e una detrazione di 200 euro per quei proprietari di terreni e coltivatori diretti che non versavano l’imposta in base alla famosa circolare del 1993.
Qui il testo finale del decreto e le tabelle Comune per Comune
Fonte: Leggioggi.it
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