Con comunicato del 27/03/2015 l’ANCI Toscana rende noto che la recente sentenza della Corte di Cassazione sugli impianti di risalita, che obbligherebbe i gestori a pagare l’Imu, ha provocato la reazione di molti Comuni montani, anche in Toscana. “Chiediamo al Parlamento un intervento che chiarisca questa situazione e cancelli questa ipotesi – afferma la presidente Anci Toscana Sara Biagiotti – Le conseguenze di questa sentenza potrebbero essere devastanti per il ‘sistema neve’ del nostro paese e in particolare della nostra regione, un comparto turistico importante che già vive un momento di crisi. E’ necessario mobilitarci e far sentire la nostra voce”.
La sentenza (n. 4551 del 5 marzo 2015) nasce da un contenzioso tra l’Agenzia delle Entrate e la società che gestisce la funivia di Arabba; la Corte specifica che nel caso di un impianto di risalita “funzionale alle piste sciistiche” non sussiste il presupposto del classamento catastale come “mezzo pubblico di trasporto”. Le prime stime parlano di cifre da pagare che vanno dai 25mila euro l’anno per una seggiovia a sei posti ai 50mila per una telecabina a otto posti.
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