Imu 2012 con doppia aliquota. Una prima da fissare entro il 30 giugno e una seconda, correttiva, da approvare entro ottobre (in tempo utile per il saldo) se, alla verifica dei primi dati sul gettito, gli incassi dei sindaci dovessero risultare insufficienti a coprire i tagli ai trasferimenti. Potrebbe essere questo il destino dell’imposta municipale per venire incontro alle richieste dei comuni che, nonostante manchino ancora tre mesi al termine ultimo per decidere fino a che punto alzare l’asticella del prelievo, brancolano nel buio.
Il gettito atteso dal governo (21,8 miliardi in totale) appare infatti per certi aspetti sovrastimato (soprattutto per l’Imu sull’abitazione principale valutata 3,8 miliardi) per altri sottovalutato (Imu agricola, si veda altro pezzo in pagina). Mentre i tagli ai trasferimenti, quelli sì, saranno certi e penalizzeranno proprio i comuni con un gettito Imu superiore a quello della vecchia Ici.
Per il momento si tratta solo di un’idea trasposta in un pacchetto di emendamenti al decreto fiscale all’esame delle commissioni bilancio e finanze del senato. Un dossier quello sull’Imu che costituirà il clou delle modifiche a palazzo Madama e che proprio per questo è stato accantonato in attesa di verificare le compatibilità finanziarie e il gradimento del governo. I relatori, Antonio Azzolini (Pdl) e Mario Baldassari (Terzo Polo) per il momento non si sbilanciano, anche se verso l’ipotesi di un’Imu in due tempi (come soluzione eccezionale solo per questo primo anno di vita dell’imposta) sembra si sia espresso favorevolmente il sottosegretario all’economia Vieri Ceriani.
La giornata decisiva per conoscere i destini dell’imposta municipale sarà oggi, dopo che la commissione bilancio si sarà pronunciata sull’ammissibilità delle proposte di modifica, e il governo avrà finalmente scoperto le carte. Sul tavolo non c’è solo l’ipotesi della doppia aliquota, ma anche le questioni Imu di sempre. Dal trattamento fiscale degli immobili di proprietà dei comuni (quelli utilizzati per scopi non istituzionali rischiano di essere assoggettati all’imposta) alla tassazione delle case popolari, dalla rimodulazione delle quote di pertinenza dello stato e dei comuni (oggi divise a metà) passando per le abitazioni date in affitto. L’Imu rischia infatti di strangolare il mercato delle locazioni, soprattutto quelle a canone concordato (si veda ItaliaOggi del 23/3/2012) che con la vecchia Ici godevano di agevolazioni non più replicate nella disciplina Imu. E in alcuni casi (paradigmatico quello di Forlì) gli aumenti supereranno il 3.000%. Le associazioni dei proprietari (Confedilizia su tutte) hanno lanciato l’allarme e il governo dovrà dare una risposta. Anche se disseminare sulla strada dell’Imu troppe agevolazioni rischia di far saltare tutta l’impalcatura di gettito per i comuni. Già quello sulla prima casa, come detto, è a forte rischio. Secondo l’Agenzia del territorio sarebbero infatti 13 milioni le abitazioni con una rendita catastale inferiore a 380 euro. Quindi potenzialmente produttrici di un’Imu pari a zero.
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