La riforma del Catasto non si farà in un giorno. Il direttore dell’agenzia del Territorio, Gabriella Alemanno, ha illustrato ieri, in audizione alla commissione Finanze l’azione che spetterà all’agenzia nell’ambito delle delega per la riforma fiscale. Ma il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, ha dimezzato i tempi, parlando di 2-3 anni nel corso di un’intervista a Sky. Difficile dire se i tempi saranno più brevi, anche considerando che sinora il Territorio ha sopportato il peso di compiti difficili come il recupero delle case fantasma, rispettando tempi strettissimi. Il direttore dell’Agenzia ha segnalato senza mezzi termini le iniquità dell’attuale sistema (perpetuate anche dalla prima revisione del 1992) e la necessità di prevedere tempi lunghi per un lavoro serio. «Non è mai stato aggiornato il quadro generale delle categorie catastali, al fine di integrare i nuovi segmenti tipologici proposti dal mercato» ha detto Gabriella Alemanno. A supporto ha citato i dati statistici elaborati con il dipartimento delle Finanze: per le abitazioni il valore corrente di mercato è pari, in media, a 3,73 volte la base imponibile Ici calcolata sul totale delle abitazioni di proprietà delle persone fisiche; la distanza del valore di mercato da quello catastale tende a essere tanto maggiore quanto maggiore è il valore della ricchezza posseduta; infine, i canoni di locazione sono mediamente superiori di 6,46 volte le rendite catastali. Un dato, quest’ultimo, che, anche se indirettamente connesso all’elaborazione delle rendite catastali, dimostra la difficoltà di collegare i valori catastali a quelli reali. In sostanza, Gabriella Alemanno ha suonato il de profundis per il «catasto delle rendite», sottolineandone l’inadeguatezza complessiva, in vista di quel «catasto dei valori» (basato su quelli di mercato) che costituirà l’ossatura del nuovo sistema. Ma la creazione di un Catasto dei «valori patrimoniali» che si affianchi a realistiche «rendite», come richiesto dalla delega, presuppone l’esistenza di campioni significativi e dati che al momento, secondo Gabriella Alemanno, «non sono sempre disponibili presso gli archivi catastali». Si rende, quindi, necessario un «ingente numero di stime dirette» per le unità a destinazione speciale, che sfuggono agli algoritmi statistici. Secondo il presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, «le osservazioni del direttore dell’agenzia del Territorio dimostrano una cosa sola: la revisione del Catasto non può incentrarsi su elementi costruiti a tavolino, moltiplicatori o funzioni che siano. Bisogna avere l’umiltà di riconoscere che gli unici Catasti seri sono quelli che censiscono i redditi sul territorio».
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