Tagli semi-lineari, più Iva e giochi

Il Sole 24 Ore
29 August 2013
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Circa 1 miliardo dall’extra-gettito Iva derivante dallo sblocco di una nuova tranche da 10 miliardi di pagamenti arretrati della Pa. Che potrebbe essere realizzata anche in due tappe: 7 miliardi subito e altri tre nelle settimane successive. Altri 6-700 milioni dalla sanatoria delle maxi-multe comminate alle società che gestiscono le “new slot”. E poco più di 600 milioni da un giro di vite sulle spese con un mix di tagli semi-lineari (con una riduzione del 10% delle competenze previste per i consumi intermedi escluse le “uscite obbligatorie” e quelle legate a investimenti) nell’ottica dell’avvio di una nuova spending review e una stretta alle spese in conto capitale della pubblica amministrazione agendo in prima battuta sui cosiddetti “fondi dormienti” (stanziati ma fin qui non utilizzati dai singoli dicasteri) per programmi infrastrutturali. Sono queste le fonti individuate dalla versione d’ingresso del decreto approdato in Consiglio dei ministri per alimentare la copertura necessaria (2,4 miliardi) per azzerare definitivamente la rata Imu di giugno, fin qui congelata, terreni agricoli e case rurali compresi.

Una dote che non prevede alcun nuovo balzello fiscale con la rinuncia a aumenti delle accise su alcolici e carburanti. E che sale a 3 miliardi tenendo conto delle risorse per Cig e esodati.

La copertura fino a ieri mattina non teneva conto della dote necessaria, pari a 400 milioni, per cancellare il versamento anche sui terreni agricoli, come chiesto con forza dal Pdl. Per accogliere anche le istanze del mondo agricolo è stata a lungo tenuta in naftalina l’ipotesi di un ritocco delle accise, in prima battuta sugli alcolici ma senza escludere del tutto quello sui carburanti. Un’opzione che i tecnici del ministero dell’Economia consideravano “di scorta” anche per rimodellare eventualmente la copertura ma che alla fine è stata accantonata.

Proprio a causa della difficoltà nel reperire risorse certe è stato deciso di adottare un intervento in tre tappe: azzeramento della rata di giugno, copertura per lo stop alla rata di dicembre con la legge di stabilità e avvento dal 2014 della nuova service tax in attesa della nuova denominazione. La difficile partita sulle rate Imu, tra l’altro, ha anche risucchiato quella sul rifinanziamento della Cig: con il trascorrere dei giorni l’asticella si è progressivamente abbassata: ieri pomeriggio si era scesi a poco più di 4-500 milioni per il 2013 (invece del miliardo annunciato appena una settimana fa) lasciando alla legge di stabilità il compito di trovare gli altri 5- 600 milioni ma solo per il 2014. La dote arriverà prevalentemente dal cosiddetto fondo produttività. Per il nuovo mini-salvataggio di 6.500 esodati)costo di circa 150 milioni l’ano per 5 anni) è prevista una copertura mirata.

Quanto all’Imu, sono tre i pilastri dell’operazione: tagli, anche semi-lineari seppure in chiave spending review, sanatoria della maxi-multe delle new-slot e accelerazione dello sblocco di un’ulteriore tranche di pagamenti dei debiti della Pa maturati nei confronti delle imprese. Un meccanismo virtuoso quest’ultimo che dovrebbe garantire un maggior gettito Iva per complessivi 1-1,2 miliardi. Un’altra fetta cospicua della copertura per il taglio della rata di giugno sarà assicurata dalla sanatoria delle multe sulle new slot. Una lunga querelle nata nel 2005 tra la Corte dei conti, le società concessionarie degli apparecchi da intrattenimento e la stessa amministrazione autonoma dei Monopoli.

La sanatoria agevolata dovrebbe prevedere il versamento, entro il 15 novembre, del 25% delle multe comminate dai giudici contabili alle società e agli amministratori di allora dei Monopoli, pari complessivamente a 2,5 miliardi di euro (all’inizio era 98 miliardi). In tutto il Governo conta di incassare oltre 600 milioni di euro. Si sta ancora valutando il ricorso a una specifica clausola di salvaguardia: se i concessionari non aderiranno alla sanatoria scatterà l’aumento del Preu (Prelievo erariale unico). Le società concessionarie dovranno comunque garantire gli oltre 600 milioni.

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