Anche i comuni che hanno già approvato il bilancio possono rimettere mano ai propri tributi fino al 30 novembre. Lo afferma una nota interpretativa del decreto Imu diffusa dall’Anci Emilia-Romagna. Ma tale interpretazione necessita di una conferma ufficiale da parte del Mef.Come noto, l’art. 8 del dl 102/2013 ha differito alla predetta data il termine per l’approvazione del preventivo per l’anno in corso.
Il legislatore non si è premurato di precisare gli effetti della proroga nei confronti degli enti che già avevano tagliato il traguardo dell’approvazione. In tal modo, per questi ultimi, si ripropone la querelle sulla possibilità di modificare le proprie aliquote o i propri regolamenti tributari anche dopo il varo del bilancio, purché ovviamente entro la dead-line fissata per gli altri enti.
L’Anci propende per la tesi affermativa, ritenendo sufficiente a tal fine una semplice «variazione» del documento contabile già perfezionato, secondo quanto chiarito dalla risoluzione del Dipartimento delle politiche fiscali n. 1/2011. Per la verità, la questione non pare del tutto pacifica, in presenza di pronunce difformi della Corte dei conti (si veda, ad esempio, il parere n. 205/2011 della Sezione regionale di controllo per la Lombardia), che hanno sostenuto, invece, la necessità di procedere alla «riapprovazione» del bilancio.
Del resto, la stessa risoluzione del Mef ribadiva l’inderogabilità del principio della variazione della disciplina dei tributi comunali entro il termine stabilito dalla legge per l’approvazione del bilancio, sottolineando il carattere propedeutico al bilancio stesso delle deliberazioni riguardanti le entrate, e ne ammetteva una parziale deroga solo considerazione della «particolare tempistica» delle novità all’epoca introdotte dal dlgs 23/2011 in materia di addizionale Irpef.
Sarebbe quindi opportuno che dal Mef arrivasse un nuovo chiarimento ufficiale. Se, viceversa, dovesse prevalere una linea interpretativa più rigida, i numerosi comuni che hanno già approvato il bilancio 2013 aumentando l’aliquota dell’Imu sull’abitazione principale avrebbero enormi difficoltà ad apportare le necessarie correzioni, con forti rischi per gli equilibri contabili se lo Stato non dovesse riconoscere loro il rimborso integrale del mancato gettito.
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